domenica 8 marzo 2015

LA BAMBINA TRISTE E L'UOMO SENZA BRACCIA


Ho scritto una favola...

LA BAMBINA TRISTE E L'UOMO SENZA BRACCIA
Cera una volta un uomo che stava attraversando un brutto periodo ed aveva deciso d'abbandonare la propria casa, per questo era stato colpito da uno strano incantesimo; gli erano sparite le braccia, vittima del sortilegio, sognò che sarebbero riapparse solo se una bambina triste lo avesse abbracciato spontaneamente.
Verrebbe da pensare che l'uomo senza braccia fosse disperato, ma no, a lui dispiaceva solo di non poter più fare l'aeroplanino, forse con le braccia gli era scomparsa pure una rotella!
La sua quotidianità era un'attesa fiduciosa, infatti il suo mantra è, : omm tutto passa, ommm panta rei, omm... lui sapeva che il tempo è un gran dottore e confidava sempre, ecco, lui confidava ciecamente e non perdeva mai la speranza; se gli avessero detto che stava crollando il mondo, lui si sarebbe messo da parte a guardare facendo spallucce, per lui niente accadeva inutilmente e faceva tesoro di ogni cosa, bella o brutta che fosse, la sua vita era un territorio sconfinato e l'affrontava come farebbe un esploratore.
Quel giorno passeggiava sopra pensiero, come gli accadeva di sovente e sentì una vocina provenire da una collinetta di macerie, si avvicinò incuriosito chiedendo chi fosse; si trattava d'una bambina che voleva uscire da là sotto, purtroppo era molto complicato.
Lui l'avrebbe voluta aiutare, ma essendo senza braccia, poteva solo ascoltare i suoi sforzi e darle dei piccoli consigli; forse per lei fu importante il soccorso morale o forse ne sarebbe uscita ugualmente, come infatti fece; lo ringraziò educatamente raccontando che il suo fidanzato l'aveva lasciata ed a lei era crollato addosso quel che s'era rivelato un mero "castello in aria".
Ogni una di quelle pietre rappresentava uno dei giorni trascorsi con il suo promesso sposo, ogni trave spezzata, era un'aspettativa d'amore tradita ed intanto singhiozzava disperatamente; l'uomo senza braccia, ascoltava e la guardava commosso, le lacrime rigavano la polvere sul viso, le spalle che sussultavano, i lividi violacei; avrebbe voluto consolarla con un abbraccio, ma non poteva e così si limitò a dirle d'aver fiducia nel futuro ed altre banalità; lei lo stupì con affermazioni e considerazioni da donna matura ed erudita; eh sì, sapeva già molte cose, in teoria... la bambina triste! I due passarono molto tempo assieme, frequentarono anche altra gente, ma continuarono ad incontrarsi, non appena lei aveva una crisi di sconforto, chiamava l'uomo senza braccia e lui non si negò mai; spesso erano assieme tra le mura d'un antico castello, là vivevano delle strane persone.
Uno era "pistolino", ragazzo con un leggero complesso edipico e preda della colite spastica, cioè, quando s'emoziona gli vien la cacarella, ma il suo vero cruccio, come si evince anche dal nomignolo, è d'avercelo piccolo.
Un altro era un tizio alto e segaligno, vorrebbe passare per simpaticone, ma dentro di sè soffre come una bestia e questo a causa di madre natura, più che madre gli è stata matrigna; il suo problema fu evidente fin dalla nascita, essendo venuto al mondo con il labbro leporino e come non bastasse, con il palato schisi; dopo varie operazioni non si nota quasi niente, solo una piccola cicatrice ed una leggera difficoltà con le palatali; aveva perfino una fidanzata, ma dentro di sè cova un rancore atroce ed invidia tutti quelli che non hanno difetti fisici.
L'uomo senza braccia lo guardava ed immaginava come doveva esser stata triste l'infanzia del poveretto, lo vedeva a scuola, schifato e deriso dai compagni, ben sapendo come siano schietti e crudeli i bambini; certo, anche gli adulti, ma questi almeno sanno esser ipocriti.
Assieme a loro c'era anche una ragazza che non deve aver capito bene il concetto di "sviluppo fisico" ed anzichè crescere in altezza, potendo arrivare ad un metro e ottanta centimetri, é cresciuta in larghezza, tanto che si fa prima a saltarla che non a girarle intorno, più che una donna la si direbbe un comodino con i cassetti aperti, due davanti e due dietro.
In ogni favola che si rispetti c'è una strega cattiva, qui rappresentata egregiamente da un pederasta psicopatico; costui comanda tutti e guai a chi non obbedisce ciecamente, anche la più piccola obiezione è "lesa maestà"!
L'uomo senza braccia aveva studiato la personalità dello/a squilibrato/a ed era giunto ad una ipotesi accettabile; probabilmente da piccolino, la prima volta che era riuscito a far la cacca nel vasino, la mamma non gli aveva detto bravo, bloccandolo in piena fase anale.
Tutti noi sappiamo che la fonte dell'amore si trova nel cuore, lui no! Lui ama con lo sfintere, vai tu a spiegargli che così non è amore ma diarrea...
L'uomo senza braccia tentò d'aiutare la strega cattiva, cercò ingenuamente di trovarci qualcosa di positivo e così si permise di farle notare dove sbagliava o quando non si comportava bene; "lei" sentì minacciata la propria egemonia e senza alcuna remora lo fece bersaglio della propria odiosa perfidia, quando lui non era presente, la strega cattiva metteva all'opera la lingua, una vera e propria "spandi letame", quando apriva la bocca, assieme a denigrazione e diffamazione, uscivano ectoplasmi di ramarri, rospi, ratti e serpenti; gli altri la stavano ad ascoltare colpevolmente complici; si stava organizzando l'allontanamento dell'uomo senza braccia.
Lui non capiva e non poteva immaginare tanta cattiveria, però sentiva cambiare l'atmosfera, non era più, come aveva sempre creduto, tra amici!
Andò un ultima volta, di sera, alle vecchie mura ed avvertì quasi fisicamente l'astio ingiustificato, li guardò pensieroso, restando in silenzio e considerò quanto fosse stato stupido confidare in loro, anche la bambina triste sfuggiva lo sguardo e gli voltava le spalle.
Era tempo di riprendere il cammino, sperando di non incontrare mai più persone così meschine; rivide ancora una volta la bambina triste che finse di voler scherzare e chiacchierare come niente fosse, sempre tacendo delle manovre malefiche; lui che l'aveva sempre aiutata, ascoltata, consolata e qualche volta, fatta sorridere, ma no, a lei non importava niente di lui e quel niente lampeggiava sul suo capo come un'insegna al neon; l'uomo senza braccia si risolse finalmente a dirle che non si sarebbero più rivisti, non spiegò perchè, certo che lei lo sapesse meglio di lui; infatti, a conferma delle amare sensazioni, la bambina triste prese ad insultarlo, ma facendo ben attenzione a non dir niente che giustificasse il rancore; a lui non rimase che salutarla con i ringraziamenti di rito, ma dire grazie di cosa? Se quel che lei gli aveva dato era solo un desolante vuoto!
La strega cattiva attirò nel suo antro l'uomo senza braccia; aveva organizzato la cerimonia d'allontanamento assieme ad una vecchia megera, le due pensarono che tutto avesse funzionato perfettamente, infatti l'uomo senza braccia evitò quei luoghi, ma il diavolo fà le pentole e non i coperchi; il problema delle persone che si credon furbe, é pensare che gli altri siano stupidi...
Nubi temporalesche si vanno addensando sulle loro teste, malatempora currunt, per la serie, : chi la fà l'aspetti. E' perfettamente inutile che la strega cattiva preghi il suo dio, sempre ammesso che esista un dio dei froci o delle invasate!
Per quel che riguarda la bambina triste, pare che sia sempre in mezzo ai calcinacci, ma l'uomo senza braccia non tornerà mai più, lui l'ha lasciata lì e se la pensa, è per un piccolo dubbio che gli è rimasto, °°° e se fosse un tantino stronza?°°° ; infatti ha modificato il mantra, ora recita, : omm panta rei omm fan culo omm...
Un pochino scosso dagli eventi, se ne andò in giro a caso, in attesa che il tempo facesse il proprio dovere; senza sapere come, si ritrovò sull'uscio di casa propria, davanti all'amata moglie che lo guardò negli occhi e vi lesse lo sconforto, la solitudine ed indovinò che lui, forse per la prima volta, non nutriva più speranze.
L'uomo senza braccia sentì un calore vivifico nell'anima e si lasciò abbracciare, aveva trovato la bambina dei suoi sogni, era lei la bambina triste, celata in quel cuore immenso, in lei ritrovò l'amore che aveva creduto perso per sempre e magicamente...
gli rispuntarono le braccia.
                                                             Massimo Biscuolo





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