giovedì 1 agosto 2013

                              

una poetessa dell'antica Roma, SULPICIA;considerando la società nella quale crebbe,
le sue parole possono sembrare ingenue, ma pur nella loro semplicità rappresentano
una testimonianza d'amore e pudica passione...secondo me,,,

                        E' GIUNTO FINALMENTE

E' giunto finalmente il mio amore,
averlo tenuto nascosto, motivo di vergogna sarebbe per me,
più che se a tutti l'avessi svelato nella sua nudità.

sono stati i miei versi, ispirati dalle Muse,
a convincere Venere Citerea a portarlo a me
e a consegnarlo nelle mie braccia.

Venere ha mantenuto le promesse
e racconti pure la mia gioia,
chi si sa che non ne ha fatto esperimento.

Non vorrei a tavolette sigillate, affidare alcune mie parole
perchè nessuno le deve leggere
prima del mio innamorato.

Ma dolce m'è peccare e disdegno atteggiamenti a virtuosa,
si dirà che sono una ragazza,
si dirà che lui fu degno di me
che io, fui degna di lui.

1 commento:

  1. Mah, si, è dolce...ma ingenua, non direi...
    Le parole ci paiono ingenue, esprimono la dimensione di quell'epoca in cui l'uomo aveva bisogno degli dei, non sapendo che dentro di se brilla la luce divina...
    grazie Massimo, buona notte.

    RispondiElimina