giovedì 8 agosto 2013

   

LAURA TERRACINA da Napoli ( 1550 )
Leggendo le sue parole, mi sono reso conto che anche dopo cinque secoli,
la natura umana non è cambiata poi molto; fatte le dovute eccezioni, si
potrebbero adoperare le stesse parole di madonna Laura, per descrivere
le magagne della società "moderna".

   SONETTO
Veggio il mondo fallir, veggiolo stolto
e veggio le virtute in abbandono
e le Muse 'a vil tenute sono,
talché l'ingegno mio quasi è sepolto.

Veggio in odio e invidia tutto volto,
il pensier degli amici e il falso tono,
veggio tradito dal malvagio il buono
e tutto ai nostri danni, il ciel rivolto.

Nessuno al ben comun tien fermo segno,
anzi al suo proprio ognun discorre seco,
mentre ha di varj affetti il petto pregno.

Io veggio e nel veder tengo odio meco,
talché vorrei veder per disdegno
o me senz'occhi o tutto il mondo cieco.

3 commenti:

  1. Ci troviamo nella seconda metà dell'anno 1500, in pieno Rinascimento, e possiamo notare che nulla è cambiato nel comportamento umano. Il Sonetto è stato composto da Laura Terracina da Napoli:

    SONETTO

    Veggio il mondo fallir, veggiolo stolto
    e veggio le virtute in abbandono
    e le Muse 'a vil tenute sono,
    talché l'ingegno mio quasi è sepolto.

    Veggio in odio e invidia tutto volto,
    il pensier degli amici e il falso tono,
    veggio tradito dal malvagio il buono
    e tutto ai nostri danni, il ciel rivolto.

    Nessuno al ben comun tien fermo segno,
    anzi al suo proprio ognun discorre seco,
    mentre ha di varj affetti il petto pregno.

    Io veggio e nel veder tengo odio meco,
    talché vorrei veder per disdegno
    o me senz'occhi o tutto il mondo cieco.

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  2. Grazie "eco sconosciuta" che scrivi con 3/4 ore d'anticipo, credo dipenda dal fuso orario, ciao.

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